IVIPRO E LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO STORICO–CULTURALE ITALIANO: LA PUGLIA ATTRAVERSO I VIDEOGIOCHI

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Molti tendono istintivamente a considerare i videogiochi come passatempi frivoli e forse un po’ infantili, tanto che collegarli alla promozione e divulgazione del patrimonio storico–culturale potrebbe suonare loro come un ossimoro.

La pensano diversamente gli sviluppatori di Italian Videogame Program (IVIPRO), associazione culturale bolognese che ha deciso di sfruttare il successo e le potenzialità dell’industria videoludica per la promozione del territorio, dall’ambito storico a quello aziendale.

A loro avviso, la ricchezza storica, culturale e urbanistica dell’Italia la rende un’ambientazione estremamente appetibile per gli sviluppatori e, per implementare tale attrazione, IVIPRO ha elaborato alcuni strumenti utili.

Sul sito è consultabile un database narrativo, un catalogo di storie filtrabili per location, oggetti, personaggi e temi. A ciascuna storia è associata una scheda che, oltre ad una breve descrizione storica, offre focus narrativi e spunti videoludici da cui i programmatori possono trarre ispirazione. IVIPRO si mette inoltre a disposizione per ulteriori approfondimenti e ricerche, fungendo poi da intermediario per aiutare le istituzioni, ma anche aziende private, a contattare esperti per lo sviluppo di prodotti videoludici ad hoc. Ulteriore strumento è la mappa dei giochi: ogni regione presenta un elenco di videgiochi in essa ambientati, ottimo spunto per impostare un’attività didattica o definire un itinerario turistico.

Per comprendere meglio come effettivamente i videogiochi possano essere un valido contributo alla valorizzazione del patrimonio storico–culturale, diamo uno sguardo ravvicinato ai titoli relativi alla Puglia.

Il primo che ci viene proposto è la famosa serie automobilistica Gran Turismo Sport. Oltre alla classica modalità arcade, è possibile “scattare fotografie” del proprio veicolo virtuale all’interno di scenari del nostro Paese, tra cui le pugliesi Alberobello e Polignano a Mare. Ciascuna ambientazione è accompagnata da brevi indicazioni su come raggiungerla e sui siti storico–artistici nelle vicinanze: in questo modo si forniscono al gamer degli input che possono suscitare curiosità verso questi luoghi, invogliandone la visita.

Il secondo titolo è Jonathan Danter: Nel Sangue di Giuda. Si tratta di un “punta e clicca” a tema thriller–religioso in cui occorre svelare un mistero che gravita intorno al mondo templare. Il gioco si svolge attraverso l’interazione con alcuni luoghi caratteristici accuratamente ricostruiti, come Castel del Monte ad Andria. Un modo dunque per valorizzare tanto il patrimonio storico, anche se in chiave piuttosto romanzata ed esoterica tipica dell’affascinante epoca templare, quanto quello artistico, attraverso la possibilità di “toccare con mouse” il gioiello architettonico pugliese.

L’ultimo titolo suggerito è Past for Future, sviluppato su richiesta specifica del Museo Archeologico Nazionale di Taranto in collaborazione con il MiBAC. Avventura grafica a scorrimento orizzontale, il giocatore svolge un’indagine che lo porta ad esplorare la città e dintorni, alcuni siti caratteristici e sale del museo. La particolarità? In quanto giocabile su smartphone, se ci si trova nelle vicinanze del museo stesso, è possibile sbloccare nuovi livelli. Il gioco, però, non si limita ad incentivare l’utente a visitare la struttura, ma permette una riscoperta dell’intero territorio nei suoi aspetti archeologici, paesaggistici e storici, in un vero e proprio viaggio nel tempo virtuale nella Taranto di diverse epoche, dall’antichità ad oggi.

Questo è solo un assaggio di come l’industria videoludica può essere d’aiuto in un mondo in cui il digitale ha ormai impugnato lo scettro e le strategie di valorizzazione del patrimonio storico, culturale e artistico del nostro Paese devono adattarsi a questo nuovo linguaggio. I videogiochi, grazie alla loro forte presa emotiva, sono in grado non solo di suscitare curiosità, ma permettono anche un coinvolgimento superiore dell’utente, dal più piccolo al meno giovane, sia che si tratti di implementare la classica visita ad una struttura sia far conoscere la storia di un territorio e le sue ricchezze.

“Il vento che accarezza l’erba”: il popolo irlandese tra indipendenza e lotte sociali

Il vento che accarezza l’erba, film del 2006 diretto dall’inglese Ken Loach, racconta le vicende dei fratelli Teddy e Damien O’Donovan della contea di Cork durante la Guerra d’Indipendenza Irlandese (1919 – 1921) e la seguente Guerra Civile (1922 – 1923). Arruolatisi nelle file dell’IRA, si ritrovano l’uno contro l’altro al momento della firma del Trattato di Pace con l’Inghilterra alla fine del ’21 che ribadisce il ruolo di Dominion inglese del Sud e l’appartenenza del Nord al Regno Unito: Teddy, favorevole, si unisce ai Free Staters, mentre Damien non abbandona la resistenza.

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