PENSIERI SPARSI DOPO DUE MESI DI QUARANTENA

Il covid-19 è il virus che ha costretto tutti a fermarsi . E’ nato in Cina e poi si è diffuso in maniera piuttosto rapida in tutto il mondo.  Prima dell’inizio della quarantena tutto mi sembrava normale e scontato, come andare all’università , poter passeggiare tra le strade della mia città , vedere i miei amici , semplicemente poter fare tutto quello che si voleva. Verso fine Febbraio  ricordo perfettamente che camminando nel  campus dell’univeristà sentivo un po’ tutti parlare di questo virus .

C’era chi ne discuteva in maniera  seria ma anche chi era più ironico . In ogni caso tutti ne parlavano e così anche io con i miei amici e familiari. Infatti mia madre come anche altre persone, un po’ presi dall’agitazione e dalla paura di una chiusura imminente di negozi, si erano recate al supermercato per fare una scorta di cibo; in quel momento io credevo fosse una preoccupazione esagerata perché non avevo ancora ben capito la gravità della situazione. Tutti compravano amuchina e disinfettanti vari e così sul pullman che prendevo tutti i giorni prima di arrivare all’università si sentiva un odore intenso di pulito. Ma nessuno poteva mai immaginare quello che sarebbe successo dopo, soprattutto i tantissimi morti che ogni giorno venivano citati al telegiornale. Dati sconcertanti che facevano e fanno ancora oggi venire i brividi. Dal 5 marzo, primo giorno di quarantena, è iniziato un periodo veramente strano e unico , che credo nessuno di noi scorderà mai . Mi sembrava tutto così surreale , come in quei film di fantascienza sulle sciagure che incombono all’improvviso . Le strade deserte , un silenzio che paradossalmente era più assordante di qualunque urlo, ogni tanto si vedeva qualcuno camminare furtivamente e impaurito.  In casa molti di noi hanno cercato di essere creativi , alcuni  si sono messi ai fornelli e puntualmente il sabato sera si cucinava la pizza. Talmente tante persone si sono date alla cucina che in quel periodo il lievito non si trovava da nessuna parte. Altri si sono di dati al giardinaggio oppure c’era chi si è dedicato alla musica . C’è stato a tal proposito un periodo iniziale in cui ad orari precisi ci si affacciava al balcone e qualcuno suonava o metteva la musica della radio ad alto volume e riecheggiavano fra le strade delle tante  città desolate molte canzoni o l’inno d’Italia. Abbiamo visto tanti film e serie tv , abbiamo apprezzato il tempo mentre si leggeva qualcosa di piacevole, abbiamo cercato di non rimanere troppo fermi e di fare attività fisica . Insomma abbiamo, chi più chi meno, cercato di trarre il buono da questa pausa imposta a tutti. Per poter avere contatti visivi con i nostri parenti o amici abbiamo fatto ricorso alla tecnologia e così abbiamo riscoperto le videochiamate che personalmente prima della quarantena io non ero solita fare. Mai come in questo momento abbiamo capito il potenziale delle tecnologie moderne. Inizialmente sembrava una situazione che si sarebbe  risolta in meno tempo e abbiamo vissuto il primo periodo  con uno spirito diverso. Avevamo del tempo per riflettere , per fermarci e non avere più la vita frenetica di prima. Sono iniziate le lezioni online per tutti gli studenti e da subito ho riscontrato una difficoltà maggiore a seguire i corsi e ho capito quanto per me sono importanti le lezioni frontali per diversi aspetti. Infatti credo che lo stare in un’aula rende molto di più l’idea di quello che si sta facendo e l’attenzione è sicuramente più elevata. Nonostante questo ho continuato a seguire sforzandomi e cercando di non farmi distrarre dalle mille tentazioni presenti nella mia camera. Ho anche capito che mi mancava perfino andare all’università e studiare insieme ai mie compagni di corso. Col passare del tempo sembrava che i giorni della settimana non esistessero più e che fosse un eterno lunedì. Ogni volta che la quarantena veniva prolungata un po’ in più iniziavamo a sentire il peso di questa chiusura forzata in casa e credo che un po’ tutti abbiamo avuto dei momenti di grande sconforto. La quarantena ci ha fatto fare i conti con le nostre paure e le nostre preoccupazioni. Tutto il tempo che abbiamo avuto per riflettere ci ha fatto capire cosa cambiare e cosa apprezzare maggiormente della vita che facevamo prima. Il mondo si è fermato e oltre alle tante cose negative credo che una cosa positiva ci sia stata ossia il notevole calo dell’inquinamento. Molti animali hanno iniziato a circolare e a popolare zone dove da tempo non vi si recavano più. Adesso siamo noi quelli in ‘gabbia’ e forse dovremmo capire che siamo ospiti su questa terra e prendercene davvero cura come fosse la cosa più preziosa che abbiamo.  Dopo due mesi in casa , il 4 Maggio qualcosa è cambiato, ovviamente non siamo tornati alla normalità e credo che mai tutto sarà come prima, ma ci sono stati dei cambiamenti. Mi sembra così strano che siamo già a maggio, è come se fossi rimasta indietro a fine febbraio quando potevamo ancora fare tante cose. Sicuramente indossare la mascherina e non poter sentire il vento sul viso è qualcosa di veramente strano ma bisogna farlo per la nostra salute e con la speranza che in un tempo non troppo lontano da oggi potremmo riabbracciarci e stare più vicini. Dopo questo periodo credo che un po’ tutti avremo voglia di fare tante esperienze ma per quanto mi riguarda ho anche un po’ paura di ricominciare. Credo che questo virus non abbia cambiato solo quello che ci circonda ma anche noi stessi , dovremo iniziare un nuovo percorso cercando di non dimenticare le sensazioni provate in casa e tutte le riflessioni fatte.

CLAUDIA TREMIGLIOZZI

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